Da qualche mese si fa tanto parlare di un ipotetico “decreto Sicurezza Urbana” che il governo starebbe preparando, in concerto e su richiesta dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che, tramite la voce del suo presidente Piero Fassino (sindaco PD di Torino, si, “quel” Fassino), avrebbe richiesto più potere ai primi cittadini per reprimere i fenomeni di disagio, degrado e insicurezza nei territori urbani, in parole povere, un potenziamento di quella polizia di prossimità – incidenti, piccolo spaccio, scippi, personaggi molesti, sfruttamenti di accattonaggio e prostituzione, per la quale le Forze dello Stato, oltre a non avere mai avuto un vero e proprio interesse, hanno molte difficoltà di approccio visti i continui tagli di personale e la scarsa affinità degli agenti coi territori ove vengono inviati a prestare servizio, senza contare che le loro attenzioni sono ultimamente rivolte ai problemi di sicurezza internazionale targati terrorismo islamico e immigrazione di massa dalle zone ove questo ha consolidato il proprio potere, cui si aggiungono gli “ordinari” casi di malaffare, mafia e disordini sociali italiani.
Essendo però che la criminalità comune ed in particolare la microcriminalità non vuole proprio saperne di smettere di dare fastidio ai cittadini, per tacere dei guidatori che non riescono a capire che la condotta al volante può decretare la sorte propria e di chi ci sta attorno, proprio negli ultimi tempi la Polizia Locale, insomma, i Forse dell’Ordine quelli che “sono polizia, ma forse no” o “sono vigili, però nel momento culminante del finale travolgente sono meglio di nulla” per concludere in “impiegati si,ma hanno la pistola e le manette”…in una parola, NOI, si èA preso di prepotenza al balzo la palla di tanti problemi sociali e, in barba alla mancanza di tutele, alla campagna stampa perennemente demonizzante e alla scarsità di interesse politico locale e centrale sulla nostra figura, si è pensato bene di fare una serie di brillanti operazioni per tutta la penisola, dando risposte concrete, efficaci ed immediate a tali problemi.
I sindaci, ben pensando di appropriarsi delle nostre vittorie e metterci le bandiere non di una Polizia Locale, ma di questo o quel partito, hanno appunto chiesto al Governo di imbastire nel suddetto Decreto Sicurezza che- attenzione – non è una masturbazione mentale mia, ma un tam tam rilanciato di continuo a livello politico e associazionistico, una serie di articoli e commi che andrebbero a modificare grandemente la Polizia Locale nell’ordine delle ipotesi fatte e riportate dall’ASAPS in un recente articolo di cui cito direttamente la chiusura:
“In concreto norme per: la definizione chiara dei compiti delle Polizie Locali […]; la creazione di un contratto di lavoro […] assimilabile al comparto sicurezza […]; la possibilità per gli agenti di polizia locale di avere accesso alle banche dati […] e allo schedario Schengen; il superamento degli attuali limiti spazio-temporali della qualifica di polizia giudiziaria, formazione obbligatoria in ingresso e ricorrente nel corso di tutta l’attività lavorativa, con esercitazioni operative congiunte alle Forze di Polizia dello Stato e altri operatori pubblici della sicurezza; turnazione notturna nelle città più grandi, il riordino della dirigenza interna della polizia locale in base alla normativa in vigore per le Forze di polizia ad ordinamento civile[…] il porto dell’arma anche fuori dall’ambito territoriale dell’ente di appartenenza.”
Tanta roba che da anni stiamo chiedendo e che, forse, potrà essere ottenuta, almeno in parte, pur “vendendo” in qualche modo l’anima alle direttive del sindaco, diventando probabilmente sempre più soggetti al suo potere, più dei bravi manzoniani che dei poliziotti, cosa che, visto alcuni sindaci che ci ritroviamo, potrebbe finire per renderci ancora più lontani da quella che è l’ottica di una moderna Polizia Europea, che vede il potere giuridico il meno affine possibile a quello politico.
Mettiamoci il cuore in pace che se tutto questo, o parte di esso, ci sarà, non sarà per i nostri meriti, le nostre capacità, i nostri caduti, ma per mero calcolo di convenienza politica e di interesse tra gli enti locali e lo stato centrale…ce ne faremo una ragione, perchè pur di avere quella dignità professionale che sappiamo meritare, dobbiamo ammettere che nell’attuale contesto socio economico una nostra introduzione in toto nella legge 121 è impensabile, a meno di scioglierci come forza e distribuire gli appartenenti nelle polizie statali.

Proprio per sottolineare tali richieste la categoria ha indetto uno sciopero con contestuale manifestazione a Roma il giorno 13 MAGGIO. Non annoierò il lettore sulle divisioni interne dei soliti sindacati su tale manifestazione e direttamente sulle richieste: basti sapere che l’approccio della categoria alla proposta di legge – di cui non ho ancora visto alcuna bozza quindi resta poco più che aria fritta – è molto sospettoso ed in generale sfiduciato rispetto quello che potrà uscirne, ma attenzione, ricordo che alla parificazione – in parte od in toto- ai colleghi dello Stato, esiste anche la possibilità di una dequalificazione delle facoltà operative dei Corpi di Polizia Locale, l’annullamento delle qualifiche di polizia giudiziaria e di sicurezza, lasciando solo quelle di polizia amministrativa con competenza ordinanze sindacali (che comprendono soste, zone a traffico limitato ed eccessi di velocità), in sostanza, non più poliziotti, pur se locali, ma controllori, come sui bus, con competenze non semplicemente limitate ma semplicemente assenti e non sperate che in un eventuale declassamento del genere verranno tolti orari e turni, perchè di turnisti che lavorano per strada in seno al Comune ve ne sono tanti, operatori ecologici in primis, cui si potrebbe prendere paro paro la turnazione. Faccio appello al buon senso di tutti perchè nessuno auspichi un simile scempio della nostra dignità di operatori di Polizia, che pure ritengo molto improbabile considerando che, saremmo pure odiati, saremmo oggetto anche di una gogna mediatica continua, qualcuno pensa addirittura ad un complotto per poterci sciogliere, ma non dimentichiamo che per tutti, anche per chi ci odia o chi ci dequalifica, IL VIGILE è una figura da cui andare anche in caso di maltrattamenti, di rapine, di furti, di truffe, di degrado sociale e questo, da sempre, anche se per qualcuno rappresenta quasi un problema, è anche il principale motivo per cui la nostra figura, quale Polizia di Prossimità, non sparirà MAI e non potrà mai davvero essere ridotta a quella di ausiliario del traffico. Anche se tanto, colleghi compresi, lo vorrebbero o lo credevano all’atto del concorso.
Chiudo con una bruttissima notizia: in quell’auto accartocciata, dove a stento si riconoscono livrea e barre luminose, che si vede alle spalle dei colleghi dell’Arma e dei Vigili del Fuoco, ha perso la vita oggi, poco dopo mezzogiorno,un brigadiere della Polizia Municipale. Siamo a Tursi, provincia di Matera, il collega si chiamava Luigi Ancora ed aveva 51 anni ed una famiglia monoreddito con due figli piccoli.
Mentre parliamo, discutiamo, speriamo e scioperiamo, continuiamo ad essere aggrediti, feriti ed, a volte, perdere la vita. Questo ci fa capire quanto il discorso di una nostra riforma e soprattutto del diritto alle giuste tutele non sia un volo pindarico, ma una necessità.
Nastro nero alla divisa e lampi blu nel tuo ultimo viaggio, collega. Onori!
3 pensieri riguardo “Il DL Sicurezza Urbana tra scioperi, timori ed una nuova vittima.”