Cronaca · Polizia Locale

Ribellarsi e ribellarsi ancora…il ruggito dei leoni!

L’esclusione della Polizia Locale dal servizio di sorveglianza ai seggi in occasione del referendum sulle trivellazioni marine ha dato origine ad una valanga di proteste come mai si era visto prima all’interno della categoria, tanto da parte sindacale quanto dei singoli agenti, ufficiali e comandanti.

Dall’altro lato, anche i vertici delle “Forze dell’Ordine Statali” di cui alla legge 121/81 devono aver capito che l’esclusione delle aliquote di Polizia Locale dalla vigilanza rendeva loro impossibile gestire il servizio, e le paventate iniziative di rifiutare gli interventi assimilabili all’ordine pubblico – perchè come già detto se non sono “forza dell’ordine” per fare vigilanza ad un seggio non lo sono nemmeno per stare allo stadio o alle manifestazioni – nel durante delle votazioni hanno probabilmente aperto il vaso di pandora di cosa succederebbe davvero se da domani la Polizia Locale decidesse di regredire a vigilanza urbana.

Morale della favola i questori non avevano fatto tempo a mandare tutti le ordinanze esecutive l’esclusione delle municipali dal servizio referendario che il Ministero aveva già inviato una rettifica della circolare in cui riapriva le porte dei seggi anche a noi.

Una grande vittoria, indubbiamente, una vittoria che ha aperto nuove polemiche e reazioni, arrivando addirittura alla restituzione delle armi a Bari sotto l’urlo “se non siamo polizia è inutile comportarci da polizia” e diffondendo per tutto lo stivale essenzialmente due letture di quanto successo: la prima vuole vederci soddisfatti dell’importante risultato ottenuto con la rettifica, presetarci ai seggi e, forti anche della ormai famosa circolare di febbraio che ci chiedeva maggiori servizi notturni e di sicurezza stradale, presentarci con queste due grandi carte di fronte un tavolo delle trattative

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Dall’altro lato abbiamo chi, indispettito dall’ennesima presa in giro alla categoria, proclama lo sciopero ad oltranza di straordinari e servizi di ordine pubblico fino la tanto attesa riforma del settore, rilanciando l’appuntamento a tutti gli agenti di polizia locale d’Italia per il 13 maggio a Roma, sciopero nazionale della categoria e data di una grande manifestazione nella capitale.

A questo proposito A me le Guardie ha deciso di intervistare due colleghi, due grandi colleghi: un comandante del piacentino ed un ufficiale veronese, due persone che hanno davvero a cuore la Polizia Locale ed il suo futuro, che sono ben note nell’ambiente a livello interregionale e che rappresentano per chi scrive delle vere e proprie pietre miliari della sua esperienza quale poliziotto locale, degli esempi da imitare e delle persone della cui stima andare più che fiero.

Per mantenere il particolare stile della pagina, che ci vuole immaginare tutti nascosti dietro la beffarda maschera del V per Vigile, si è deciso di lasciare anonime le risposte che daranno e di conseguenza impossibile sapere chi pensa e cosa pensa della faccenda, garantendo tuttavia la genuinità e l’eccellenza dell’opinione con la sincerità e la coerenza che penso abbiano sempre caratterizzato questa pagina: le opinioni saranno diversificate dal logo della regione di appartenenza dei colleghi.

L’ESCLUSIONE DELLA POLIZIA LOCALE DAI SEGGI, PARTIAMO DAL PRINCIPIO: CHE SIGNIFICATO VEDI DIETRO QUESTA DECISIONE AZZARDATA? QUALCUNO DICE CHE SI TRATTA DI UNA PUNTUALIZZAZIONE PER “METTERCI AL NOSTRO POSTO” E METTERE I PALETTI SU CHI E’ LA POLIZIA E CHI NON LO E’, QUALCUN’ALTRO SOSTIENE CHE SI TRATTA DI UN MOMENTO DI STASI DOVUTO ALL’IMMINENZA DELLA NOSTRA RIFORMA, ALCUNI ADDIRITTURA PENSANO SIA UN PREAMBOLO AD UN NOSTRO FUTURO SCIOGLIMENTO E RIDUZIONE AD IMPIEGATI COMUNALI GENERICI. TU COSA NE PENSI E PERCHE’?

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Secondo me la decisione presa in prima battuta dal Ministero, a firma del Capo della polizia Prefetto Pansa, è degna figlia dei nostri tempi, seguendo di poco il pronunciamento secondo il quale noi non

 siamo titolati a percepire l’indennità di ordine pubblico prevista per le forze di polizia ad ordinamento nazionale.
Se da un lato lo spauracchio della Corte dei Conti e del MEF sicuramente induce i burocrati del ministero  a ponderare la decisione di devolvere risorse economiche a personale appartenente ad  amministrazione non  statali (mi viene q
uasi da dire “estranee allo stato”), dall’altro il tutto appare un pretesto servito su un piatto d’argento per sminuire l’effettivo ruolo della Polizia Locale agli occhi di chi detiene il potere legislativo a livello centrale. In questa ottica ho parlato di decisione figlia dei nostri tempi. Infatti  le forze di polizia ad ordinamento statale, pronte a spartirsi i magri fondi destinati al comparto sicurezza (magari quest’anno meno magri del solito), certamente non vedono di buon occhio le spinte della nostra Categoria per essere inserite finalmente in tale comparto (con le formulazioni che a livello giuridico saranno ritenute le più in linea con il nostro essere dipendenti dall’Ente Locale). Pertanto, cosa c’è di più semplice ed immediato che cercare di convincere il potere politico centrale che “NOI NON FACCIAMO SICUREZZA”?
Se questo sia dovuto ad un momento di stasi  in vista del varo della nostra riforma non lo so, certo che però le considerazioni  appena esposte sembrano rispondere in parte  anche a questa osservazione.
Penso però che questo non sia un preambolo al nostro scioglimento o cose del genere, perchè ormai è asseverato che noi alle “forze di polizia” siamo assolutamente necessari per sgravarle dai numerosi ruoli che, magari anche impropriamente, ci vedono quotidianamente caricati. In sostanza reietti si ma non troppo.
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Non penso che ci sia qualche dietrologia sulla prima circolare emessa e poi ritirata circa il nostro impiego ai seggi Penso più a un errore di valutazione di qualche funzionario che applicando alla lettera quanto forse, attenzione al termine, dice la legge 121 ha in un primo momento fatto una uscita poco ponderata, lo dimostra che a meno di 24 ore la stessa sia stata sconfessata e tutto sia tornato nella ordinarietà. Ma vorrei analizzare il contesto in cui forse era maturata, da mesi se non da anni si legge ovunque che soggetti appartenenti alla nostra categoria, giornalmente cercano di ribadire il concetto impiegatizio del nostro ruolo, sempre ricordando non capisco su che base, ma questo è forse un mio limite, che non siamo forza di polizia, che non abbiamo tutele, che non possiamo ecc. ecce,. Ora proviamo a immaginare il funzionario ministeriale che bombardato quotidianamente da questi messaggi cosa avrebbe potuto fare se non applicare alla lettera la 121. Nel mio comando proprio per evitare di piangersi addosso e non ribadire la funzione impiegatizia, svolgiamo in sinergia con CC, P.S, GdF a volte C.F.s servizi di P.G e di P.S a 360 gradi, pensa ricevendo anche querele su i fatti più disparati, denunce di smarrimento, facendo indagini su vari ipotesi di reato e nessuno ha mai detto questo non è di vostra competenza. E soprattutto sempre ricevendo il plauso delle altre forze di polizia, forse saremo stati fortunati o forse avremo saputo fare rete. Ma questo è il mio pensiero. In merito alla riforma, ci sono invecchiato sentendo questa litania oramai non ci credo più, aggiungo che se non passerà è anche forse colpa nostra che non abbiamo mai voluto fare gruppo per dimostrare che facciamo sicurezza al  pari degli altri, ma ha fatto sempre molto comodo considerarci di serie B.

COSA HA FATTO IL TUO COMANDO, COME SI E’ MOSSO E COSA HA OTTENUTO DALLE PROTESTE PORTATE AVANTI CONTRO QUESTA ESCLUSIONE? VI SIETE MOSSI VOI COME POLIZIA LOCALE O AVETE AVUTO L’APPOGGIO DELLE VOSTRE AMMINISTRAZIONI?

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La mia Amministrazione, nella persona del Sindaco Tosi, ha scritto una lettera al Ministero sposando la nostra causa, sollecitata in questo dal Comandante Altamura. Quindi è da riconoscere che in questo caso sia la dirigenza che l’Amministrazione sono state al nostro fianco.
Tuttavia è altrettanto doveroso ricordare che qui a Verona  è in atto una  vertenza che si protrae  ormai da quasi due anni, sfociata nel 2015 nella proclamazione di diversi scioperi, che vede tra i principali punti di contrasto la ferma messa in discussione del modello gestionale della polizia locale cittadina e le pesanti ricadute sui lavoratori. Ma questa è un’altra storia.
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Semplicemente la mattina che ho ricevuto la nota, senza scomodare il mondo sindacale o i mass media, ho preso carta e penna e ho scritto alla Questura e alla Prefettura competente, evidenziando che in base alla nota, il personale già assegnato ai seggi come dovevo
considerarlo, se ancora vincolato o se disponibile e, inoltre volevo avere indicazioni scritte operative sulla gestione del personale in occasione delle consultazioni referendarie in particolare in merito alla scorta delle schede e al loro trasporto fuori territorio a fine tornata, stante il fatto che il termine “scorta ” implica un attività di P.S che rientrava nell’ordine pubblico e. . La nota, che si concludeva con la speranza di avere le dovute autorizzazioni, nella stessa mattinata ha avuto la risposta prima delle Prefettura e 24 ore dopo dalla Questura, risultato,  il personale è andato regolarmente in servizio ai seggi  e tutto è tornato nella normalità se mai fosse uscito.da essa.
LA NOSTRA VOCE E’ FINALMENTE STATA ASCOLTATA E LA CIRCOLARE INCRIMINATA RITIRATA CON UN GRAN SCORAMENTO DELLE QUESTURE COSTRETTE A RETTIFICARE UN ATTO A VOLTE NON ANCORA NOTIFICATO. A PARTE LA FIGURA BARBINA DEL MINISTERO, COME PENSATE SI DEBBA REAGIRE NOI, COME POLIZIA LOCALE, A QUESTO VOLTAFACCIA CONTINUO? CI SI DEVE PRESENTARE IN SERVIZIO AI SEGGI E DA QUI PARTIRE CON LA RICHIESTA DELLA RIFORMA CHE CI SPETTA O “DISERTARE” LE ATTIVITA’ DI O.P. FINO A CHE NON SARA’ IL GOVERNO STESSO A FARE UN PASSO NELLA NOSTRA DIREZIONE? CHE RISCHI VEDETE NELL’UNA E NELL’ALTRA SCELTA?
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La risposta non è semplice. Sicuramente l’eventuale atto di protesta costituito dal boicottaggio dei seggi non dovrebbe essere frutto di iniziative estemporanee, ma strumento di pressione organizzato unitariamente a livello nazionale dalle nostre rappresentanze sindacali. Però da quello che il panorama sindacale sta offrendo, la ritengo una pura utopia. Intendiamoci, sicuramente in questo senso passi avanti negli anni ne sono stati fatti, ma parlare di “fronte sindacale unito” mi sembra ancora un “tantino azzardato”. Pertanto io sono dell’idea di continuare tranquillamente a garantire il servizio, anche facendo uso dello straordinario, se necessario, per dimostrare che la Polizia Locale non si sottrae ai propri compiti.
Qui semmai si può far leva. Riaffermare che, in base alla 65/86 noi siamo solo “ausiliari di ps” ed anche nella quotidianità attenerci a tale compito. Porto alcuni esempi legati alla realtà cittadina che conosco meglio. Chiamano per schiamazzi in un bar? Una rissa? Non è compito nostro. Noi caso mai andremo in ausilio specie se saranno richiesti controlli di natura amministrativa. Segnalano auto che intralciano? Se sul posto notiamo che siamo vicini ad un esercizio pubblico affollato di avventori è nostro dovere chiedere l’intervento della polizia o dei carabinieri per preservare la sicurezza pubblica. Altrimenti si può anche prendere la decisione di non procedere per motivi di sicurezza. So che questo può fare a pugni con la nostra coscienza di operatori che negli anni hanno ovunque dimostrato una elevata professionalità, ma se ne vogliamo uscire purtroppo su questo fronte  non vedo altre strade percorribili. Ed in questo dobbiamo sensibilizzare e coinvolgere dalla nostra parte sia le Amministrazioni che i Comandanti. Compito purtroppo  tutt’altro che semplice, soprattutto se riferito ai dirigenti, che si vedono spesso costretti a confrontarsi con una classe politica tutt’altro che illuminata e ben disposta verso il dipendente pubblico.
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Ritengo che in primis si debba cambiare forma mentis e  atteggiamento come operatori della P.M, ci è stata offerta un’assist notevole con questa nota prima emessa e poi rettificata, sarebbe opportuno dimostrare come in situazioni ondivaghe come questa la P.M riesce sempre a operare:  il personale è stato confermato ai seggi e a svolto egregiamente il suo lavoro.
Ho fatto le ispezioni ai seggi, ricevendo le richieste da parte dei colleghi vestiti in maniera diversa da noi di registrare l’ispezione segnale direi di riconoscimento a tutti gli effetti della nostra professione. Penso che continuare a fare sentire solo la voce che non siamo, non  abbiamo ci faccia solo del male. Dimostriamo il nostro valore e chiediamo si a gran voce dopo questa le doverose equiparazioni, chi non se la sente o pensa che siamo o/e dobbiamo rimanere impiegati, consiglierei una riflessione profonda sulla loro scelta professionale. Vorrei tornare un’attimo alla riforma tanto ambita, sperata , penso che se non sfruttiamo i vari segnali giunti fino adesso il prossimo passo potremmo doverci confrontare su argomenti molto più delicati quali il nostro fine esistenza.
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Sperando che le risposte dei nostri ospiti, che ringrazio ancora per la disponibilità, abbiano aiutato a comprendere il momento così importante ma anche così difficile per la categoria, come A me le Guardie personalmente ritengo che, indipendentemente da quello che le organizzazioni sindacali e di categoria decideranno, sarà importante che tale decisione venga rispettata, nel bene e nel male, in accordo o meno, in tutta Italia, perchè una categoria forte può sbagliare, una categoria forte può lottare, ma sicuramente una categoria divisa non sarà mai forte nè in grado di combattere.

Ad maiora a tutti noi e grazie a chi crede fermamente come me, come noi, nella POLIZIA LOCALE d’Italia.

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