Polizia Locale · riflessioni

Se per combattere ci si ritira, non si vincerà mai, pur temporeggiando.

Sono stanco. Stanco che quando scrivo un articolo contro una giornalista che ci insulta tutti ricevo complimenti e condivisioni, ma quando denuncio la condizione dei precari prendo si e no un commento e per caso.

Stanco che qualcuno osi dire che noi non siamo forza pubblica: forse siamo l’unica forza di polizia che ha in seno persone che la denigrano e cercano in tutti i modi di tenerla in seconda categoria. Usano la storia delle tutele come scusa, o peggio ancora le illazioni di giornalisti o politici ugualmente stupidi ed ignoranti. Fanno finta di non sapere che i doveri sono dati dalle qualifiche e non dai contratti o dalle retribuzioni, e finché io avrò scritto Agente di PG e agente di PS sul tesserino i doveri saranno gli stessi di tutti gli altri agenti di pg e ps del paese, indipendentemente dal contratto che abbiano. Doveroso è chiedere l’unificazione retributiva e tutelativa, vergognoso dire che “loro sono forza pubblica” e noi no, vergognoso accampare scuse e scusette per non intervenire o intervenire male.vigili-urbani

Si crede forse che una volta tutelati si sarà immuni ad aggressioni, insulti, pallottole e denunce? O fa comodo avere la scusa per non fare nulla se non il minimo per non rischiare nessuna delle suddette criticità che fanno parte dei pericoli di ogni operatore di polizia? Devo davvero pensare che il 60% di noi che piange il morto ogni volta che si parla di fare qualcosa di diverso dalle soste e la multina per il cane o il plateatico diventerà improvvisamente desideroso di fare tutto il resto? o avute le tutele accamperà la scusa vigili20urbanidell’addestramento, e dopo l’addestramento dell’età, e dopo l’età di chissà cosa? Ci sono figure che rischiano più di noi, sono meno tutelate di noi, ma, almeno in parte, hanno più a cuore di noi il loro ruolo. Noi abbiamo un contratto vergognoso e una dipendenza politica che è un insulto alle nostre qualifiche, ma abbiamo le qualifiche, sta a noi onorarle, così come chi dice a me che se volevo fare il poliziotto non dovevo fare il concorso da “vigile”, allora mi sento di dire che chi ha fatto il concorso da “vigile” sapeva che avrebbe avuto meno tutele ma stesse qualifiche dei cugini statali e ancor più di me doveva concorrere da loro se voleva lavorare tutelato, o ad altri uffici amministrativi se non voleva rischiare quei pericoli che sono insiti nelle qualifiche che ci portiamo dietro. Detto ciò noi siamo bistrattati ed è vero, ma non mi sembra che quando le altre forze si trovano il morto tra le mani vengano coperti di medaglie: ANZI,e occhio che le loro amministrazioni li difendono solo quando gli conviene farlo, esattamente come le nostre con noi, e, sempre inter nos, nemmeno io avrei dato una medaglia a 4 colleghi statali che dopo aver spezzato i manganelli addosso un ragazzo hanno avuto la brillante pensata di tenerlo 15 minuti con la faccia a terra e un ginocchio sulle vie respiratorie: è normale che se ti muore una persona tra le mani vieni indagato, succede a noi, succede ai medici, succede a chi investe una persona anche se questa si è gettata volontariamente sotto l’auto per suicidarsi, succede al direttore di un poligono dove uno decide di spararsi, figurati se non succede a dei poliziotti…

Le battaglie sono le stesse, ma se si pensa che vincerle sia negare le nostre qualifiche e chiuderci nella mediocrità della routine, denigrando quelle che sono le nostre eccellenze (ed i TSO lo sono, perché è un servizio difficile, complesso) nel tentativo di abbassare la leva della professionalità verso il basso è ridicolo. Sarebbe come se un magistrato si rifiutasse di inquisire un mafioso perché i mafiosi ti mettono la bomba in autostrada e si limitasse ad indagare tossicodipendenti che si rubano la birra alla DESPAR per rivenderla fuori. Abbiamo difficoltà? Abbiamo disparità? SI. Combattiamo assieme per fronteggiarle e superarle, non chiudiamoci in un bozzo di mediocrità operativa che serve solo a farci dare dei fessi dai cittadini, dei burattini dagli amministratori, degli inferiori dalle forze di stato.

Se fossi un questurino o un CC e leggessi che i “vigili” non vogliono fare tso perché non li tutelano, non vogliono fare servizio di polizia stradale notturna perché non li pagano, non vogliono fare servizio alle manifestazioni perché non gli compete, non vogliono intervenire su rapine perché non sono addestrati,ma vogliono intanto le mie stesse tutele e previdenze, e in tutto questo se ne fregano della condizione di un 10% di loro ridotto a precario senza futuro, poiché troppo impegnati a battere i pugni per dei diritti più o meno acquisiti…cosa direi?

Direi, caro Ministero, quelli lasciali a fare le sostine e a mettere il naso fuori l’ufficio solo per le residenze, e assumi più gente che voglia lavorare per il bene della popolazione facendo più concorsi da noi: che è esattamente quello che dicono i quadri dirigenti di CC e Questura. La truppa, invece, quando trova uno di noi degno di stima, gli consiglia di fare un concorso per passare da loro: mi pare che proprio che stiamo ottenendo grandi risultati!

La mia intenzione è quella di restare in una Polizia Locale conscia del suo ruolo e della sua grandezza, che riesca a farle riconoscere allo stato e ai cittadini, e so che questi sono anche gli obiettivi di tutti noi,ma pensate se la strategia di chi sostiene che “non siamo forza pubblica e che “questo, questo ,questo e quell’altro non ci compete” sia quella giusta, o sia come se Eisenhauer, progettando lo sbarco in Normandia, si fosse preoccupato di come tutelare la prima ondata.

polizia-locale-moto

 

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