E’ uscito in data 22 dicembre 2015 quello che è considerato l’araba fenice dei concorsi pubblici: dopo 20 anni, finalmente, sarà possibile concorrere per il ruolo intermedio nella prima Polizia del paese.
Per prima cosa ecco il Bando di Concorso con domande presentabili esclusivamente online dal portale poliziadistato.it a partire dal 23 dicembre 2015 al 26 gennaio 2016.
A lettura ultimata possiamo mettere a fuoco i seguenti punti:
- Dei 320 posti a concorso, sono 86 quelli riservati ad alcune categorie ben predefinite, nel particolare 20 ai figli di vittime del dovere, 53 a personale già appartenente alla Polizia di Stato da oltre tre anni (scuole comprese), 6 agli ufficiali di complemento, 7 ad altre categorie aventi diritto.
- il limite di età è 32 anni non compiuti.
- Il titolo di studio minimo per l’ammissione è il diploma quinquennale.
- Vi sono i requisiti fisici standard delle forze di polizia, compresa l’altezza minima, nonostante le ultime indiscrezioni su un’abolizione di detto parametro.
- Nel caso le domande superino le 5mila vi sarà una prova preselettiva la cui banca dati verrà rilasciata dal Ministero in febbraio.
- I vincitori di concorso dovranno frequentare la scuola ispettori della durata di 18 mesi.
E’ ovvio che un precario questo concorso debba farlo. Intendiamoci, sono sicuro che solo tra agenti di Polizia di Stato e della Polizia Locale intenzionati ad un salto di carriera si supereranno abbondantemente le 5mila domande al di sopra delle quali si procederà alla preselezione (a cui passeranno i primi 3200 e i parimerito del 3200esimo per la cronaca), se poi calcoliamo l’alto limite di età, la richiesta del mero diploma quinquennale, possiamo aspettarci che tra la fame di posti pubblici, l’indubbia attrattiva del ruolo a concorso e il numero di laureati in legge senza speranza di futuro in Italia le domande supereranno abbondantemente le 100mila, con tempi tecnici di almeno un paio di anni per l’espletamento dell’intero iter e l’arruolamento dei vincitori.
Ed è qui che casca il mio orso. Perché, per me, partecipare ad un concorso in Polizia di Stato (o in altra forza) rappresenta un doppio fallimento. Il primo dal punto di vista personale, perché dopo anni di concorsi NON dovrei essere ancora precario e, sebbene il Governo ce la stia mettendo tutta per non assumere gli idonei della Polizia Locale, resta la certezza che se non avessi fatto certe scelte e soprattutto certi errori ora potrei avere il mio posto di ruolo.
Il secondo fallimento è invece professionale, perché andare a fare i concorsi di altre forze significa ammettere implicitamente la loro superiorità su quella di cui faccio parte e questo, credetemi, è un compromesso difficile da accettare perché nonostante tutto io sono fiero di essere un poliziotto locale e sono fiero della Polizia Locale, che tutto considero meno che una serie B rispetto le controparti statali e che ritengo debba i suoi problemi in primo luogo alle paranoie inconcludenti dei propri appartenenti piuttosto che a reali impedimenti tecnici od operativi, a cui si aggiunge il vergognoso silenzio politico, dovuto anche alla comodità di avere una categoria di “sbirri” politicizzati e facilmente attaccabili, ma di questo si è già parlato.
Certo è che la Polizia di Stato potrebbe essere una grande opportunità per dare il massimo in quella specialità che io considero la POLIZIA per definizione, indipendentemente dal corpo in cui si espleta, ovvero il servizio di Polizia Stradale (ebbene si, sono un chip mancato).
Ma è anche altrettanto vero che, se nel lunghissimo periodo che intercorrerà tra questo bando e l’arruolamento dei vincitori, dovessi vincere altri concorsi o dovessi venire finalmente stabilizzato o per qualsiasi evoluzione professionale mi trovassi ad espletare tale servizio in modo continuativo e soddisfacente non vedrei alcun motivo di proseguire nell’iter selettivo di cui sopra o qualsiasi altro affine (si parla dell’uscita di un concorso per agenti di polizia statale a marzo). E così, mentre do a me stesso l’obiettivo nuovo di vincere il posto in Polizia di Stato, do alla Polizia Locale l’altrettanto difficile compito di convincermi a non volerlo fare, l’obiettivo, insomma, di non disperdere le proprie giovani risorse in altre forze, di credere e di far credere in essa, di voler crescere come forza di polizia e non come ridicolo ibrido o peggio insipido coacervo di impiegati amministrativi con qualifiche particolari.
Sempre e comunque, AD MAIORA a tutti noi, ed in bocca al lupo a chi tenterà la sorte in questa grande opportunità che comunque ci viene data di entrare nella POLIZIA -e basta – ovvero, per alcuni, quella vera.