Cronaca · Polizia Locale

L’ultima vittima di un giorno maledetto

La giornata di oggi si chiude, purtroppo, con una notizia che non avrei mai voluto dover commentare. Il collega Vincenzo Cinque, rimasto ferito nella sparatoria avvenuta a Secondigliano lo scorso 15 maggio che aveva già visto la morte del capitano Bruner, è deceduto oggi pomeriggio a seguito delle ferite riportate in quel maledetto pomeriggio.

Alla famiglia ed ai colleghi di Napoli non vanno solo le mie condoglianze, ma anche la mia vicinanza, il mio rispetto, il mio cordoglio, il mio dolore.

La morte di un collega, che va ad aggiungersi a quella di tanti altri, è una cosa che ci deve far riflettere. Va oltre i decreti legge, va oltre le nostre beghe, oltre le divisioni, oltre l’ipocrisia e le convinzioni personali sul nostro lavoro. Oggi è il giorno del dolore per una terribile perdita che ci colpisce tutti.

Questa volta però non vorrei essere l’unico col nastrino nero, non vorrei che mi venisse chiesto perchè lo porto,ma che tutti noi assieme, da domani, indossassimo un simbolo in ricordo di Vincenzo, di Francesco, di Maria, di Nicolò, di Antonio e di tutti gli altri, e che tutti assieme, il giorno del funerale, tributassimo un minuto di silenzio e uno squillo di sirena in saluto ad una persona che è caduta facendo il suo dovere, diventando per tutti un esempio, ma lasciandoci anche il compito di essere degni, con il nostro lavoro di ogni giorno, di persone come lui, perchè il suo sacrificio, e quello egli altri colleghi di qualsiasi forza di polizia e di soccorso, non deve essere vano e ci deve spingere a migliorare affinché tutti noi si diventi fieri di essere uomini al servizio del nostro paese e dei suoi cittadini, e si sia orgogliosi dei nostri caduti, non dimenticandoli MAI.

Perché Vincenzo Cinque non sia morto invano.

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