Sulle sorti della Polizia Provinciale si è stati capaci di inventare qualsiasi mostruosità. La naturale evoluzione di un corpo destinato a sparire con la frettolosa e mai del tutto chiara cancellazione delle province – idea pure intelligente ma poi realizzata peggio che peggio, con una fretta ridicola dettata da ragioni prettamente elettorali – era quello di confluire nel Corpo Forestale, forza con la quale i colleghi della provincia condividevano già la maggior parte delle competenze operative. Dopo una vergognosa rivolta interne di certi appartenenti alle forze dello stato, sempre pronti a chiamarti “collega” quando li becchi contromano in retromarcia quanto a schifare la sola possibilità che un “vigile” (urbano o provinciale cambia poco) vada a macchiare la loro elitarietà di stato passando alle loro file, e la seguente boutade dello scioglimento anche del suddetto Corpo Forestale, il destino dei colleghi provinciali pareva essere lo smistamento in vari compiti all’interno dei numerosi enti statali e locali.
INVECE NO
Con una mossa dettata da un probabile rigurgito di odio per i suoi stessi dipendenti il Legislatore, con decreto nr 78 del 19 giugno 2015 (che non si dica più che al governo non lavorano: il venerdì pomeriggio potevano fare un salto ad Ostia Mare invece di partorire simili aberrazioni), ha avuto la poco luminosa idea di imporre lo spostamento dei colleghi provinciali direttamente ai corpi di Polizia Locale, VIETANDO NEL FRATTEMPO QUALSIASI TIPO DI ASSUNZIONE PER IL MEDESIMO PROFILO FINO AD ASSORBIMENTO TOTALE DEI DIPENDENTI DELLA POLIZIA PROVINCIALE.
Premesso che allo scrivente un simile dettato legislativo pare pesantemente contrario all’art. 117 della Costituzione che demanda implicitamente (non essendo tra le potestà dello Stato) la gestione della Polizia Locale alle Regioni e al quale il Legislatore Statale potrebbe al limite sovrapporsi con una nuova legge quadro ma non certo con un decreto (forma normativa a tutti gli effetti temporanea ed il cui utilizzo per questioni importanti quali la vita di migliaia di persone riteniamo essere quantomeno “coraggioso” ) si vuole porre l’attenzione su un “paio” di questioni di non poca importanza tra le quali spicca
IL LAVORO DI MIGLIAIA DI GIOVANI AGENTI a tempo determinato E DI ALTRETTANTI IDONEI in attesa di chiamata in servizio che con questa vergogna vedono la loro preparazione, la loro vittoria a concorsi su concorsi, la loro stessa esperienza professionale completamente CANCELLATE e con esse vedono SPERPERATE le risorse economiche dedicate al raggiungimento di quello che per loro era un obiettivo di vita (perché i concorsi per la PL non li passa chi non è preparato e questo è un dato di fatto) in ragione di una legge che, contro gli interessi degli stessi comuni, fa subentrare al loro posto personale anziano, spesso già in odor di pensione e di certo difficilmente intenzionato a cambiare le proprie mansioni professionali da agenti prettamente forestali a professionisti di ambito urbano.
Per questa maledetta Polizia Locale c’è chi, come il sottoscritto, ha dedicato anni di vita di studio, buona parte dei propri risparmi in addestramento e preparazione, e in quota parte ha già lasciato qualcosa di se stesso, come una certa gamba che dopo un anno non ha recuperato e forse mai recupererà il 100% delle sue funzioni precedenti un certo incidente avvenutomi IN SERVIZIO (e non scivolando su una buccia di banana mentre portavo faldoni, per inciso).
Lo scellerato decreto 78/2015 cancella con le seguenti poche righe
3. Fino al completo assorbimento del personale di cui al presente articolo, e’ fatto divieto agli enti locali, a pena di nullita’ delle relative assunzioni, di reclutare personale con qualsivoglia tipologia contrattuale per lo svolgimento di funzioni di polizia locale.
la professionalità già acquisita di migliaia di giovani e quella futura di altrettanti, mettendo al loro posto agenti che per primi non vorrebbero passare a funzioni di polizia municipale e che preferirebbero sicuramente ritirarsi in un ufficio amministrativo (vista anche l’età media dei provinciali) e causando un grande danno agli stessi comuni che, già flagellati dal blocco del turn over degli anni scorsi,si vedono ora privare della possibilità di reclutare forze fresche ed allo stesso tempo aumentare esponenzialmente l’età media degli agenti su strada.
Mi viene da dire che è poi facile lamentarsi che il 40% dei giovani è senza lavoro e che la maggior parte di questi non ha speranze per il futuro, quando per primi i vincitori di complicate procedure selettive si vedono soffiare il posto di lavoro nel tempo necessario a porre un timbro in calce ad un decreto pensato da un Governo che si dimostra sempre più lontano dagli interessi, anche di ordine e sicurezza (garantiti, pensate un po’, in certa parte proprio dalle Polizie Locali) non solo dei suoi cittadini, ma anche di coloro che per lui si dimostrano disposti a perdere la vita (rischio che abbiamo visto non essere così remoto nelle forze di polizia).
Senza contare, nel totale silenzio dei soliti sindacati di categoria, che per l’ennesima volta la PL viene offesa, ora usandola come “scaricabarile” di altri enti e ritenendola quindi un organo “facile” dove “chiunque” può transitare senza difficoltà.
Mi auguro che quanto scritto possa arrivare nelle teste illuminate dei nostri governanti, facendo loro capire l’enorme INGIUSTIZIA dietro tutto questo: in fondo, se ci arriva un “vigile precario” 28enne senza uno straccio di laurea, come non può non pensarci il nostro Enfant Prodige di Palazzo Chigi?