Quello che vedete in intestazione non è un biglietto di propaganda dell’ISIS, e nemmeno, purtroppo, uno dei finti volantini con improbabili ed ironiche minacce che ultimamente spopolano sui social network.
E’ invece uno dei manifestini che gli aderenti ad un sindacato di Polizia, il SAP, stanno in queste ore distribuendo agli automobilisti lungo le strade, e, per sensibilizzare maggiormente il cittadino, lo stanno facendo in abiti civili e “armati” di spazzoloni e secchio, come i lavavetri abusivi ai quali per oggi hanno rubato la piazza, fermando le auto ai semafori e agli stop e consegnando il suddetto volantino in luogo della consueta richiesta di patente e libretto.
Premesso che da una protesta del genere dovremmo solo che prendere esempio (con tutto il rispetto, ha sicuramente più forza di manifestazioni di piazza e di malattie varie) e quindi invito i nostri, di sindacati, a segnare la cosa nei loro taccuini traboccanti richieste, i colleghi della Polizia di Stato sintetizzano nel messaggio sull’antiterrorismo uno dei loro grossi problemi, ma non disdegnano di chiedere al governo lo sblocco del turn-over con conseguente scorrimento delle graduatorie, l’adeguamento degli organici dei ruoli sovrintendenti ed ispettori e lo stop alla chiusura di commissariati e presidi.
SI tratta, lo dico subito e senza ombra di dubbio, di richieste più che legittime e dalle quali può dipendere la vita di migliaia di persone, questo indipendentemente dalle spese per l’antipolvere e la cera di Montecitorio. Non posso quindi che appoggiare la protesta della Polizia di Stato, notando con rammarico anche questa volta che la protesta viene campanilizzata e legata alle richieste di un unico corpo.
Sono dell’idea che la formazione e l’adeguamento tecnico ed organico degli agenti di pubblica sicurezza sia un problema di tutti i corpi che questa tutelano: i problemi della Polizia sono quelli dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e, nel nostro piccolo, delle Polizie Locali che in alcune realtà restano la forza organicamente più presente su strada e che quindi vede avere anch’essa l’alta possibilità di incappare anche casualmente in persone sospette o sulle quali si potrebbe rendere necessario un controllo più approfondito di quello dei documenti di guida.
Per questo tendo virtualmente la mano ai colleghi e chiedo di formare non un unico cerchio ma un unico muro, tutti assieme, per richiedere il nostro paese sia in grado di difendersi, che i nostri cittadini si sentano sicuri nelle piazze e nelle strade italiane perchè consapevoli che le loro forze di polizia hanno la capacità di tenere la situazione in pugno. Chiediamo assieme ad un’unica voce di essere dotati degli strumenti e delle possibilità di fare il nostro lavoro, ognuno nel suo campo e nelle sue competenze, ma con sinergia e parità di doveri. Non un singolo sindacato né una singola forza, ma noi “sbirri” uniti in una sola macchina che richiede soltanto la benzina per poter procedere.

E chi non ha il coraggio di starci dietro od ancora punta alla sola coltivazione del suo orticello, spero francamente che si trovi una talpa a disfarglielo: uniti per il nostro paese e per i nostri cittadini, perchè certi fatti trascorsi non debbano ripetersi, e cert’altri subiti da paesi vicini non possano succedere.
E’ quello che sostengo sempre quando, raramente, mi trovo alle prese con le forze dell’ordine che vedo profondamente demotiva su due fronti: lato legislativo, con delle norme che mortificano il loro lavoro, e lato strutturale, con investimenti inadeguati per svolgere meglio le loro mansioni.
Poi leggiamo continuamente di tangenti, corruzione, sprechi, e son sempre i soliti settori a pagarne le conseguenze, pensioni, servizi pubblici e sanità.
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