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La festa di S. Patrizio, i Modena City Ramblers, la mia gioia di essere me stesso e il mio onore nell’essere uno sbirro

Che io sia un poliziotto strano, penso lo si sia capito negli ultimi mesi. Indubbiamente, per il sentire comune, non è molto “da sbirro” andare a sentirsi un concerto ad una festa prevalentemente giovanile e studentesca quale può essere il Saint Patrick Day, tantomeno se il concerto è quello di un gruppo notoriamente di sinistra quale i Modena City Ramblers. Non voglio nemmeno pensare cosa avrebbero detto i miei grandi capi se mi avessero visto cantare tra due bellissime ragazze, con tanto di salti e pugno alzato, il mitico ritornello “Morti di Reggio Emilia, uscite dalla fossa, fuori a cantar con noi BANDIERA ROSSA!”. Eppure io c’ero, e sono così felice della corsa fatta dopo 10 ore di servizio (per via di quegli imprevisti che toccano a tutti i dipendenti comunali…ah no, solo a noi della Polizia Locale in effetti) da essere venuto a urlarlo qui invece che mettermi a letto, poiché domani, come tutti i dipendenti comunali, mi alzerò alle 6 per fare servizio. Beh signori, colleghi, lettori, sappiate che io stasera ho visto la bella gioventù dell’Italia. La gioventù che vive, la gioventù che crede, la gioventù illusa ma nella quale avere ancora speranza perchè vuole ancora migliorare se stessa ed il nostro paese. Ho visto gioia, allegria, felicità, nessuna violenza, nessun problema, nessuna paura, e ho visto i colleghi della Polizia Locale di Padova gestire, in 4,tanto l’ordine pubblico quanto la viabilità. GRAZIE COLLEGHI! Parliamo ora delle canzoni, parliamo delle emozioni che mi da ascoltare FISCHIA IL VENTO, quell’emozione che mi stringe il cuore ricordando i nostri caduti per la libertà, pensando agli undici Vigili Urbani (stavolta maiuscoli e con la mano tesa alla fronte in un rispettosissimo saluto) trucidati dai nazisti a Barletta: consegnarono le pistole e dissero che non avrebbero partecipato ad alcuna rappresaglia prevista per vendicare due soldati tedeschi uccisi durante scontri nei giorni precedenti. La rappresaglia divenne quindi uccidere loro. Che dire di VIVA LA VIDA MUERA LA MUERTE che mi riporta alla mente il Live Fast De Young – cantato da Jhonny Cash in Bull Rider – di cui ho fatto una mia bandiera, e ancora più importante è l’ingenuità eroica della DOLCE RIVOLUZIONARIA  – bellissima e magica la ragazza che la ballava accanto a me col pugno alzato – nella quale rileggo gli stessi ideali di quell’Impossible Dream del Don Chisciotte che io cerco di applicare in ogni mia azione di servizio, dalla più inutile sosta al più complesso fermo, alla ricerca dell'”introvabile stella”, parallela alla “utopia rimasta” della canzone dei modena. Ed arriviamo alla chiusura, alla ciliegina, a quel I CENTO PASSI al termine del quale i cantanti, esattamente come durante il ritornello di BELLA CIAO, chiedono alla folla di alzare le mani in onore dei caduti alla lotta alla malavita, ai magistrati, ai giornalisti e alle Forze Dell’ordine. E sono fiero di applaudire, assieme a migliaia di studenti che qualche politico di terz’ordine vuole farci credere nemici, la memoria dei colleghi caduti contro la criminalità, con un pensiero che va per forza a Michele Liguori, Polizia Locale di Acerra, morto per un tumore preso mentre lottava contro le mafie che hanno impestato la sua terra. Tutti assieme ad onorare lui e gli altri, in divisa e non. Grazie colleghi, grazie ragazzi del St. Patrick Day, grazie Modena City Ramblers. Immagino già i commenti di certa gente alla sola idea di questi ragazzi e ragazze che la sera invece di dormire e pensare al loro studio erano a festeggiare, a ballare, a ricordare chi per noi ha dato la vita, chi la darà, a sognare il sol dell’avvenire che oggi sembra sempre più lontano. Si tranquillizzino i vecchi malmostosi, come li definiva già nel Ith secolo Catullo, perchè, festa o non festa, il sottoscritto domani sarà per altre 10 ore su strada, al vostra servizio, con la stessa attenzione e serietà di ogni giorno, ma, per una volta, anche con la gioia di esserlo. Perché sapere che è mio compito proteggere questi ragazzi vale tutte le pene che mi da la mia patacca. E, per una volta, sono fiero, anzi, sono onorato, di essere un “maledetto poliziotto”, se non proprio un “infame” vigile urbano.

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