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Per un 12 febbraio che non sarà più dimenticato

Riporto dal PoliziaMunicipale.it:

Finalmente uno sciopero nazionale della polizia municipale irrompe sulla scena mediatica. E solo un sindacato autonomo poteva organizzarlo senza indugi. I tempi sono maturi e gli organizzatori hanno centrato nel segno. Non è più il momento di tirare la coperta da una parte all’altra a seconda delle diverse esigenze delle singole amministrazioni. La legge 65/1986 è superata dalle mutate esigenze sociali. Poi con l’abolizione dell’equo indennizzo operata dal governo Monti si è superato ogni limite. L’operatore di vigilanza non ha più una configurazione giuridica comprensibile. Secondo la normativa vigente il suo luogo di lavoro è l’ufficio, porta un’arma per finalità poco chiare (se lo ha deciso il consiglio comunale), lavora anche la notte e i giorni festivi, si occupa di strade, ambiente, droga, cimiteri, scuolabus. si chiama polizia ma non è un poliziotto. A cosa serve la polizia locale? Secondo molti solo a fare multe per foraggiare le casse dei comuni. Secondo i vigili a fare tutti i lavori “sporchi” che gli altri non vogliono fare. Come per esempio regolare il traffico, rilevare gli incidenti, fare i trattamenti sanitari obbligatori. Ma anche disciplinare i mercati, controllare i pubblici esercizi, fare le pattuglie stradali, dipanare le vertenze tra privati, scovare gli evasori fiscali, occuparsi di falsi, stranieri, commercio e ambiente; fare indagini delegate dalla procura, ricevere denunce e querele. Poi intervenire in flagranza di reato, arrestare soggetti ed eseguire intercettazioni telefoniche o complessi controlli edilizi. Ma anche controllare criminali senza avere accesso alle informazioni di Polizia. E soprattutto ritrovarsi nei guai al primo intervento, movimentato, fuori orario, territorio o semplicemente “inopportuno”. Dopo la gogna mediatica di capodanno è ora di rivendicare la chiarezza attesa da tutta la categoria da quasi 30 anni.

Penso sia il momento della svolta. L’amaro in bocca del mio precedente articolo è ancora tra i denti, ma con queste righe, la speranza divampa. Il 12 febbraio vedremo cosa siamo: se coloro che parteciperanno allo sciopero saranno una minoranza, saremo per nostra stessa volontà dei vigili urbani, dei personaggi squallidi ed odiati, che stanno bene all’interno dei comuni e che sognano di starsene in ufficio. Se viceversa la maggior parte di noi aderirà e la manifestazione avrà il seguito che deve avere avremo allora detto al cittadino e allo Stato che vogliamo essere Poliziotti Locali.
Sta a noi decidere.
Lo sciopero non è per coprire assenteismi, ma per chiedere una riforma che ci dia la dignità di non aver più bisogno di assentarci per farci sentire. La dignità di dire BASTA ad essere la discarica del malumore italiano.

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