Riporto dal PoliziaMunicipale.it:
Finalmente uno sciopero nazionale della polizia municipale irrompe sulla scena mediatica. E solo un sindacato autonomo poteva organizzarlo senza indugi. I tempi sono maturi e gli organizzatori hanno centrato nel segno. Non è più il momento di tirare la coperta da una parte all’altra a seconda delle diverse esigenze delle singole amministrazioni. La legge 65/1986 è superata dalle mutate esigenze sociali. Poi con l’abolizione dell’equo indennizzo operata dal governo Monti si è superato ogni limite. L’operatore di vigilanza non ha più una configurazione giuridica comprensibile. Secondo la normativa vigente il suo luogo di lavoro è l’ufficio, porta un’arma per finalità poco chiare (se lo ha deciso il consiglio comunale), lavora anche la notte e i giorni festivi, si occupa di strade, ambiente, droga, cimiteri, scuolabus. si chiama polizia ma non è un poliziotto. A cosa serve la polizia locale? Secondo molti solo a fare multe per foraggiare le casse dei comuni. Secondo i vigili a fare tutti i lavori “sporchi” che gli altri non vogliono fare. Come per esempio regolare il traffico, rilevare gli incidenti, fare i trattamenti sanitari obbligatori. Ma anche disciplinare i mercati, controllare i pubblici esercizi, fare le pattuglie stradali, dipanare le vertenze tra privati, scovare gli evasori fiscali, occuparsi di falsi, stranieri, commercio e ambiente; fare indagini delegate dalla procura, ricevere denunce e querele. Poi intervenire in flagranza di reato, arrestare soggetti ed eseguire intercettazioni telefoniche o complessi controlli edilizi. Ma anche controllare criminali senza avere accesso alle informazioni di Polizia. E soprattutto ritrovarsi nei guai al primo intervento, movimentato, fuori orario, territorio o semplicemente “inopportuno”. Dopo la gogna mediatica di capodanno è ora di rivendicare la chiarezza attesa da tutta la categoria da quasi 30 anni.
Un pensiero riguardo “Per un 12 febbraio che non sarà più dimenticato”